Boeri e le pensioni: la busta arancione
La nomina di Tito Boeri al vertice dell’Inps ha riempito di speranze i milioni di lavoratori e di pensionati che non hanno digerito la riforma Fornero. L’ex esponente Pd, infatti, è noto per il suo dinamismo e l’affezione nei confronti dello stato sociale. Purtroppo la questione “Boeri Pensioni” si è spostata subito in una dimensione di conflitto con le istituzioni politiche e con una maggioranza ancora molto attenta ai vincoli di bilancio.
Come se non bastasse, di recente il dibattito si è arricchito di un nuovo elemento che ha poco a che fare con l’allocazione di risorse, bensì con il rapporto cittadini-istituzioni. E’ emerso in modo evidente il tema delle “buste arancioni”.
Può sembrare fuori luogo concentrarsi sui problemi postali quando sul tavolo rimangono questioni aperte come il pensionamento anticipato e la mancanza di requisiti anagrafici dei lavoratori precoci ma tant’è: si tratta comunque di un passo in avanti.
Ciò che stupisce è la capacità, dimostrata da Tito Boeri, di andare contro la tendenza alla digitalizzazione. Il motivo è semplice: il pubblico che dovrebbe avvantaggiarsene non è ancora pronto a certe novità.
Ecco che nella mente del numero uno Inps si affaccia chiara la necessità di accompagnare alle comunicazioni online la classica busta arancione. Queste dovrebbe essere spedita a tutti i pensionati e dovrebbe contenere l’estratto conto della pensione.
Tito Boeri Inps: la digitalizzazione dei servizi
Certo, gli ostacoli sono tanti, per giunta di natura economica. La digitalizzazione non è solo uno strumento della modernità ma è anche un importante canale di risparmio per l’ente pubblico. Non c’è dubbio che sia più conveniente obbligare tutti al possesso del pin piuttosto che preparare milioni di lettere e spedirle una a una. Eppure, Tito Boeri non sembra voler fare marcia indietro.
Ha spiegato di recente a Sky Tg 24: “L'Inps vuole investire molto in Spid (sistema unico per la gestione dell'identità digitale), ma credo che questo progetto non toglierà mai la necessità dei cittadini di avere con la PA anche rapporti diretti, che vanno oltre il digitale. Non è solo una questione di digital.
Per noi è fondamentale mandare a casa dei cittadini le comunicazioni anche con strumenti tradizionali perché dobbiamo coinvolgere tutti”.
Boeri pensioni d’oro: una sforbiciata netta
Nel frattempo non si ferma il lavoro di riforma, che nella particolare visione Boeri Pensioni si sviluppa secondo due direttrici. Da un lato, il taglio alle pensioni d’oro, dall’altro il sostegno alle fasce più deboli della popolazione.
Per ora si pensa a un sussidio per i disoccupati over 55, che sono lontani dalla pensione e hanno poche speranza, a quell’età, di rientrare dignitosamente nel mercato del lavoro.