Novità pensioni donne: la class action
La questione previdenziale ha fatto segnare nella giornata del 19 novembre uno sviluppo inatteso. Il TAR del Lazio ha respinto infatti la class action intentata da alcune donne, che reclamavano diritti sul fronte del prepensionamento. Un rifiuto che fa discutere ma che, va detto, non è frutto di una scelta di tipo politico bensì puramente procedurale.
Questi i fatti. Di recente l’INPS diffonde due circolari, la n. 35 e la n. 37 che, di fatto, impediscono la proroga dell’Opzione Donna che, pur con qualche riserva e qualche contraddizione, consente ad alcune lavoratrici di fruire del pensionamento anticipato.
In risposta a queste circolari, che impediscono il godimento di un diritto considerato acquisito (nonostante la precarietà del meccanismo delle proroghe), è stata formata una class action che puntava ad annullare le circolari.
Opzione Donna, l’opzione del Tar
La reazione del TAR è stata negativa. Non tanto per una questione di merito, quanto per un fatto burocratico. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha infatti assunto le sembianze di un moderno Ponzo Pilato e ha dichiarato, carte alla mano, di non potersi occupare della questione.
L’unica alternativa – giuridica, si intende – sarebbe l’azione per via ordinaria. Ciononostante, il TAR ha comunque esortato, in via del tutto informale, l’INPS a esprimere una nuova posizione in merito e, in estrema sintesi, ad accogliere o rifiutare lei stessa le richieste delle donne riunite nella class action.
Questi recenti avvenimenti rappresentano un elemento di novità pensioni donne, perché mettono benzina su un fuoco comunque acceso da tempo.
Va ricordato che a sostenere la polemica, in sottofondo, vi sono alte richieste, come quella di un’estensione dell’Opzione Donne anche in relazione agli anni precedenti al 2014 e al 2015. Senza contare la spinosa questione delle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 1958.
Novità pensioni anticipate donne: la soluzione legislativa
Stando a quanto indicato dal TAR, la soluzione andrebbe trovata nella magistratura ordinaria, la sola a poter respingere o accogliere il ricorso. La cosa, però, andrebbe per le lunghe, finendo per vanificare gli sforzi delle manifestanti.
Le alternative, le uniche in grado di sostanziare delle vere novità pensioni donne, sono due. La prima è stata esposta dal TAR, che ha chiamato in causa l’INPS, che quindi dovrebbe rispondere con una nuova circolare.
La seconda è allo stesso tempo complicata e potenzialmente molto rapida: quella legislativa. Per neutralizzare il ricorso alla magistratura sarebbe sufficiente inserire nella Legge di Stabilità concessioni nei confronti della class action.
Per certi versi sarebbe persino doveroso. La strada, anche da questo punto di vista, è abbastanza accidentata, dato che il premier Renzi ha dichiarato che, almeno nel primo passaggio, la Legge di Stabilità 2016 non conterrà riferimenti all’Opzione Donna.