Pensione di reversibilità spetta al coniuge e ai figli
Pensione di reversibilità a chi spetta? La pensione di reversibilità rappresenta un argomento importante soprattutto in alcuni contesti. Per esempio, quelli in cui a lavorare è solo il capofamiglia. Nella fattispecie questo particolare contributo pensionistico rappresenta l’unica forma di sostentamento per i familiari superstiti.
L’argomento è abbastanza complicato, sebbene i dubbi possano essere riassunti in due domande. La pensione di reversibilità a chi spetta? A quanto ammonta? Va specificato, inoltre, che il quadro rischia di essere complicato da una riforma che, stando alle voci di corridoio, promette di rivoluzionare l’istituto della pensione di reversibilità.
Attualmente, la pensione di reversibilità spetta innanzitutto al coniuge. In assenza del coniuge, spetta ai figli. In assegna dei figli spetta ai nipoti e ai parenti minori. Nello specifico, il coniuge può godere della reversibilità se e solo se non si è risposato, a prescindere dal fatto che al momento della morte risultasse divorziato o separato.
Nello specifico, al coniuge tocca il 60% dell’ultimo reddito percepito dal defunto. La percentuale sale al 100% se i figli sono più di tre. Se il coniuge è morto o si è risposato, la reversibilità passa ai figli, che dovranno spartirsi il 70% del reddito del defunto. Per ogni altro familiare, la percentuale scende al 15%.
I figli, per godere della reversibilità, devono possedere tuttavia alcuni requisiti. Non devono aver superato i 26 anni di età e devono risultare ancora studenti (anche universitari).
La pensione di reversibilità viene erogata a partire dal 1° giorno del mese successivo al decesso, a prescindere dalla data di presentazione della domanda.
Per assurdo, è possibile inoltrare la richiesta mesi dopo il decesso e in ogni caso si riceveranno le somme calcolate al mese successivo. Va specificato, infine, che alcuni contributi genericamente chiamati “pensione”, come l’assegno sociale, non sono reversibili. Godono di questa proprietà solo i redditi e le pensioni “da lavoro”.
Pensione di reversibilità: un pericolo in agguato
La pensione di reversibilità rappresenta il sostentamento per molte famiglie. Nonostante tale contributo previdenziale incontri la soddisfazione dei cittadini, il legislatore minaccia di metterci mano in modo potenzialmente catastrofico.
L’idea, almeno secondo le indiscrezioni, è quella di ancorare la percentuale di reversibilità all’Isee. In questo modo, dal momento che l’Indice viene calcolato anche tenendo conto del patrimonio immobiliare, già solo il possesso di un immobile comprometterebbe seriamente l’accesso alla pensione di reversibilità.
Attualmente all’orizzonte non si intravede nessuna modifica ma la voce sta correndo in modo insistente. Si tratterebbe di una iniziativa dannosa per molti cittadini, in grado di creare nuove sacche di povertà e aggravare, anche dal punto di vista emotivo, la condizione di molte persone.