Pensione donna anticipata 57 anni: l’opzione donna

Pensione anticipata, l’opzione donna: di cosa si tratta

Il 2 dicembre 2014 il governo ha riaperto i termini della cosiddetta Opzione Donna, che verrà però abilitata nel 2016, in attesa che l’istituto della previdenza venga riformato per l’ennesima volta.

Grazie all’Opzione Donna è possibile per le donne del settore sia pubblico che privato andare in pensione anticipatamente, anche di molti anni rispetto a quanto stabilisce la riforma Fornero. Vi sono comunque specifiche condizioni da rispettare, che si sostanziano nel fatto che la lavoratrice, se pubblica, deve aver compiuto i 57 anni e 3 mesi di età e deve aver versato contributi per 35 anni.

Mentre se la lavoratrice fa parte del settore privato l’età sale a 58 anni e 3 mesi (non cambia nulla in merito ai contributi). Il fatto che si possa andare in pensione in anticipo non vuol dire che ciò sia sempre auspicabile. Anzi, proprio nel caso della pensione donna anticipata 57 anni, c’è un problema: la riduzione dell’assegno pensionistico, che per alcune contribuenti potrebbe risultare eccessiva.

Pensione donna anticipata 57 anni: quanto si riduce l’assegno

Secondo i calcoli di PensioneOggi, la decurtazione è molto sostanziosa. E sale mano a mano che il reddito medio aumenta. Si parla, infatti, di una riduzione del 27% per le lavoratrici che hanno goduto di un reddito medio di 30.000 euro, fino al 39% dei redditi superiori ai 60.000 euro. Ovviamente le percentuali risentono anche di un parametro: la quantità di anni di lavoro al 1° gennaio 1996, data spartiacque tra il contributivo e il retributivo.

 

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