Pensione integrativa cos'è e perché sceglierla
Dopo la riforma delle pensioni Fornero la previdenza italiana si è molto inasprita mettendo a dura prova chi si è visto calcolare la pensione con il metodo contributivo, ossia solo in base ai contributi versati e ha subito il blocco delle perequazioni. Modifiche che hanno arrecato molti danni ai cittadini prossimi alla pensione: si stima che solo il blocco delle rivalutazioni sia è costato agli italiani almeno 5 miliardi di euro.
A fronte di questa situazione sono in molti i contribuenti che cercano una soluzione alternativa alla previdenza obbligatoria, buttandosi spesso nel settore della previdenza complementare, che negli ultimi anni ha preso piede proprio grazie allo sconvolgimento del settore pensionistico. Ma la pensione integrativa conviene o non conviene?
Pensione integrativa conviene o non conviene: pro e contro
La pensione integrativa, o complementare, è una somma che va ad integrare quella sociale. Si tratta di un trattamento utilizzato per ridurre la grande differenza che si è venuta a creare tra il reddito percepito durante l’attività di servizio e l’assegno pensionistico.
Se ad esempio un lavoratore percepisce uno stipendio mensile di 2000 euro e una volta in pensione se ne ritrova solo 1200, dovrà modificare sensibilmente il proprio stile di vita per riuscire a far quadrare i conti con 800 euro in meno ogni mese.
Ovviamente anche ricorrendo alla previdenza integrativa si dovranno fare delle rinunce, dato che accantonare una somma significa versare una quota fissa durante l’età lavorativa, riducendo quindi le proprie disponibilità. D’altro canto quello che viene versato oggi lo si ritroverà al momento della pensione, quando probabilmente ce ne sarà molto più bisogno, inoltre il lavoratore può versare una quota relativamente bassa, così da non incidere sulla vita quotidiana.
Pensione integrativa conviene o non conviene: quando è troppo tardi
Sapere di poter contare su un capitale aggiuntivo alla pensione è un importante non solo da un punto di vista economico, ma anche morale poiché consente di fare progetti con maggiore tranquillità. Altro fattore da considerare è la presenza della famiglia, specie se l’altro coniuge non lavora.
Cosa succederebbe se l’unico titolare di reddito rimanesse invalido e non potesse più lavorare? Le forme di assistenza statale non sono certamente sufficienti a garantire una vita decorosa e mantenere tutta la famiglia. Di conseguenza in tal caso una pensione integrativa potrebbe rappresentare un ottimo “paracadute”.
Il rischio, però, è che il lavoratore scopra l’importo della pensione futura (e il relativo gap rispetto al reddito percepito in attività di servizio) solo all’approssimarsi dell’età pensionabile, quando ormai sarà troppo tardi per crearsi una rendita d’appoggio con la previdenza integrativa.