Si parla molto di pensioni quota 100 nelle ultime settimane in vista dei cambiamenti alla situazione normativa previdenziale, tutti orientati verso un miglioramento della flessibilità in uscita.
Riforma pensioni: schieramenti politici opposti verso un'unica soluzione previdenziale
Soggetti appartenenti a schieramenti politici opposti che convergono verso un'unica soluzione previdenziale: è questa la situazione che vede Matteo Salvini appoggiare le proposte di Cesare Damiano, mantenendo comunque l'idea di riformulare alcune caratteristiche del ddl sulle pensioni quota 100.
Questa opzione, soprattutto secondo i lavoratori precoci, presenta il difetto non indifferente del vincolo anagrafico. Un modo per ovviare al problema sarebbe la Quota 97 - che consente di andare in pensione al compimento dei 62 anni e a fronte della maturazione di 35 anni di contributi - ma anche l'opzione della Quota 41, che vede l'eliminazione del già citato vincolo anagrafico, permettendo ai lavoratori precoci di andare in pensione dopo aver maturato 41 anni di contributi.
Novità pensioni: attesa per il 3 giugno
Ulteriori novità relativamente alle pensioni si potranno forse avere dopo il 3 giugno, giorno molto atteso durante il quale il Presidente Inps Tito Boeri e il Ministro del Lavoro Poletti si incontreranno in Commissione Lavoro, con l'obiettivo di discutere delle nuove linee previdenziali per il prossimo anno.
Attualmente le pensioni quota 100 e la Quota 97 sono le principali alternative prese in considerazione, anche se si continua a sottolineare la scarsa utilità del vincolo anagrafico, che porterebbe alcuni lavoratori precoci a lasciare il lavoro dopo aver maturato anche 50 anni di contribuzione. Esiste però un'ulteriore via d'uscita, ossia l'ultima proposta a firma Damiano-Baretta.
Pensione anticipata: via dal lavoro 4 anni prima, ma con importanti ripercussioni sull'assegno
L'ultima proposta di legge a firma di Cesare Damiano e Pierpaolo Baretta porta in evidenza un'alternativa ben diversa dalle pensioni quota 100. Ai lavoratori verrebbe infatti concesso di lasciare il lavoro 4 anni prima, a patto di accettare consistenti riduzioni sull'assegno percepito.
In questo modo si arriverebbe a una decurtazione pari a circa una mensilità all'anno, soldi che comporterebbero un considerevole risparmio per le casse dello Stato.
Pensioni precoci: anche Sacconi presenta un ddl in Senato
Anche Maurizio Sacconi, ex Ministro del Lavoro e attuale Presidente della Commissione del Lavoro in Senato, ha depositato un ddl con una proposta per regolamentare meglio le pensioni anticipate. Si tratta della già citata Quota 97, considerata la principale alternativa alle pensioni quota 100.
Le linee principali prevedono la possibilità di lasciare il lavoro al compimento dei 62, ovviamente a fronte del perfezionamento di almeno 35 anni di contributi. Tutto questo è legato all'accettazione di una penalizzazione pari a circa l'8% sull'assegno pensionistico mensile.
Alcune novità di questa proposta sono lo sconto di due anni per le lavoratrici madri (grazie alla valutazione doppia dei periodi di assenza per maternità e puerperio), la possibilità di scegliere il part time per chi decide di rimanere a lavorare pur avendo raggiunto l'età della pensione, così come per chi lavora e deve assistere familiari in stato di non autosufficienza fisica.