Orientarsi nell’ambito previdenziale significa chiedersi anche previdenza integrativa cos’è. Si tratta di una forma di previdenza che, come dice il nome stesso, ha l’obiettivo d’integrare i trattamenti che vengono erogati in seguito al versamento dei contributi obbligatori.
Fondamentale è ricordare che non sostituisce la previdenza obbligatoria.
Pensione integrativa: informazioni tecniche
Entriamo nel vivo della questione previdenza integrativa cos’è specificando che la struttura in questione è basata su un sistema di finanziamento a capitalizzazione.
Gli iscritti che decidono di usufruire della previdenza integrativa aprono conti individuali dove confluiscono i versamenti, i quali vengono investiti da professionisti specializzati, che si impegnano affinché, una volta terminata la propria carriera lavorativa, il contribuente possa avvalersi di una rendita associabile alla pensione primaria.
Pensioni integrative: quali sono le alternative disponibili
I lavoratori che vogliono informarsi su previdenza integrativa cos’è devono approfondire le diverse tipologie di pensione complementare.
Il sistema italiano consente di scegliere tra fondi chiusi e fondi aperti. Qual è la differenza? I fondi chiusi sono riservati a particolari tipologie di lavoratori o agli aderenti a determinati sigle sindacali.
Per quanto riguarda invece i fondi pensione aperti, si parla di prodotti gestiti da realtà come banche e società finanziarie che, come già ricordato, investono i soldi versati dai vari iscritti, che possono così crearsi una rendita da riscuotere alla fine del percorso lavorativo.
Piani individuali pensionistici: di cosa si tratta e chi può richiederli
Entrare nel dettaglio di previdenza integrativa cos’è significa considerare anche le caratteristiche dei PIP (Piani Individuali Pensionistici).
Di cosa si tratta di preciso? Di una forma di previdenza complementare che viene concretizzata tramite contratti di assicurazione sulla vita.
A questi fondi – che sono remunerativi ma rischiosi – può aderire chiunque. Importante è specificare che si distinguono fin dal contratto dalle polizze finalizzate alla tutela dell’iscritto e dei suoi familiari prive di scopi previdenziali.
I fondi investiti nel piano individuale pensionistico possono essere ritirati prima della scadenza del contratto, a patto che intervengano casi particolari.
Previdenza complementare: quando è possibile ritirare prima i fondi investiti
Concludiamo questa guida dedicata alla previdenza integrativa cos’è e alle caratteristiche dei PIP (Piani Individuali Pensionistici) ricordando che gli iscritti, in casi particolari, hanno la possibilità di ritirare totalmente o in parte le somme investite.
Tra queste eventualità è possibile includere le spese sanitarie, che consentono di recuperare il 75% della posizione maturata dall’inizio del contratto.
La medesima percentuale vale anche nei casi in cui l’iscritto abbia la necessità di finanziare l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa per sé o per i figli.
Dopo 8 anni dalla data di avvio del piano è possibile ritirare fino al 30% della posizione maturata per esigenze personali non legate agli ambiti prima specificati.
In caso di quiescenza o sopraggiunta invalidità permanente si può ritirare il 100% della posizione maturata.