Riforma pensioni 2016: Renzi “i numeri non sono chiari”

Riforma delle pensioni dal 2016, Renzi: non possiamo agire senza cifre chiare

La flessibilità in uscita slitta al 2016. Lo ha annunciato ieri sera, 11 ottobre 2015, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa (in onda su RaiTre).

Interverremo “quando i numeri saranno chiari” ha dichiarato il premier, spiegando che un azione troppo rapida, ossia entro i termini della legge di stabilità, rischia di risultare un danno, poiché attuata “senza cifre chiare”.

Nella stabilità 2016 sarà invece prevista una misura ad hoc per facilitare il lavoro dei professori universitari. Una soluzione che mira anche a riportare in Italia quelli espatriati all’estero. L’idea è di indire un concorso nazionale che attribuisca a 500 professori, oltre all’assegno, una sorta di “gruzzolo” per portare avanti i propri progetti di ricerca, che potrà essere speso in qualsiasi università.  Il tutto tramite una valutazione assolutamente meritocratica che consentirà a questi docenti di lavorare senza essere legati alle dinamiche burocratiche della Pubblica Amministrazione.

Riforma pensioni 2016: tutte le novità pensioni e riduzione delle tasse

Parlando della Legge di Stabilità, il Premier ha ribadito che la manovra sarà concentrata sul taglio delle tasse: innanzitutto Imu e Tasi sulla prima casa e in un secondo momento Ires e “superammortamenti”. Noi siamo stati i primi ad abbassare davvero le tasse, dice Renzi facendo riferimento all'abolizione dell’Imu annunciata in passato da Berlusconi. “L’ha detto ma gli è rimasto sullo slogan”, ironizza.

Ma questo non è tutto. La nuova legge di Stabilità punterà anche a combattere la povertà, con misure specifiche che andranno a beneficio di circa un milione di bambini poveri. Una certa attenzione sarà riservata anche al mondo dell’associazionismo e del servizio civile.

Riforma pensioni 2016: per la pensione anticipata serviranno 800 milioni

In vista del prossimo Consiglio dei ministri (previsto per giovedì 15 ottobre), però, rimane ancora l’incognita delle coperture economiche, nonostante lo slittamento della riforma pensioni 2016. Per l’anno prossimo il Parlamento ha già acconsentito all’utilizzo del deficit fino al 2,4% del Pil (somma che si aggira intorno a 17,9 miliardi), sfruttando il più possibile la flessibilità europea. Ma a Bruxelles la partita non è ancora finita.

In ogni caso, in questa cifra vanno considerati i 5 miliardi destinati al piano di investimenti cofinanziati dall'Ue e circa 7 miliardi di spending review. Ma se nella manovra dovessero davvero entrare tutte le misure di cui si è parlato in questi giorni, i costi andrebbero alle stelle. La cancellazione delle clausole di salvaguardia e di Tasi e Imu, vale da sola di 20,5 miliardi.

E per il welfare si stimano 500 milioni di euro per la rivalutazione delle pensioni, e circa 800 milioni per esodati e opzione donna. Allo stesso modo il rinnovo della decontribuzione potrebbe costare un altro miliardo. E il piano anti povertà? Per ora si stima una spesa compresa tra 500 milioni e un miliardo.

 

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