L’argomento riforma pensioni APE è uno dei più discussi in queste settimane che precedono la riapertura dei lavori istituzionali. Non potrebbe essere altrimenti visto che si tratta della misura che, in caso di approvazione, consentirebbe la concretizzazione della flessibilità in uscita.
Riforma delle pensioni 2017: le caratteristiche del prestito pensionistico
La riforma pensioni APE si baserebbe sulla possibilità di andare in pensione 3 anni prima rispetto alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia.
Questa misura, che in via sperimentale si rivolgerebbe inizialmente ai nati tra il 1951 e il 1953, non sarebbe gratuita. I soggetti intenzionati a usufruire della flessibilità in uscita avrebbero infatti modo di lasciare in anticipo il lavoro sottoscrivendo un prestito con un istituto di credito convenzionato con l’Inps.
Il suddetto prestito avrebbe una durata ventennale.
APE: cosa sapere sul rimborso
Quando si parla di riforma pensioni APE è necessario considerare anche le modalità di rimborso. Secondo lo studio in atto, il rimborso dovrebbe avvenire tramite decurtazioni sull’assegno pensionistico.
Il Governo ha considerato anche delle misure per le fasce meno abbienti, che avrebbero modo, sempre in caso di approvazione della misura, di vedere alleggerito il rimborso attraverso l’applicazione di specifiche detrazioni.
Prestito pensionistico: i dubbi da sciogliere
Attorno alla riforma pensioni APE ruotano ancora numerosi dubbi. Tra questi è possibile includere per esempio le risorse necessarie a concretizzare la misura. A tal proposito si parla di uno stanziamento iniziale di 1,5 miliardi di euro, ma anche della mancanza di un contributo di solidarietà da parte dei pensionati che percepiscono trattamenti particolarmente alti.
Questa poca chiarezza sta piano ridimensionando le aspettative di chi attende modifiche drastiche dell’assetto previdenziale che, ad oggi, sembra destinato a subire cambiamenti solo per quanto riguarda l’APE e non per altre misure come la ricongiunzione gratuita dei contributi, l’estensione della quattordicesima e della no tax area.
Tra gli altri punti di domanda attualmente al centro dell’attenzione vi è la questione dei contributi figurativi e i dubbi sul loro riconoscimento nel periodo in cui il pensionato riceve il prestito.
APE e pensione integrativa: ci sarà una coordinazione?
Concludiamo questa breve guida dedicata riforma pensioni APE specificando che tra le domande a cui il Governo deve dare risposta vi è anche la questione della coordinazione con la pensione integrativa. La possibilità che un pensionato chieda che il prestito sia integrato con i fondi di pensione integrativa è infatti concreta.
In questi casi il prestito pensionistico potrebbe essere inferiore, dal momento che la somma erogata da parte dell’istituto convenzionato con l’Ente andrebbe a integrarsi con quanto già accantonato dal pensionato nel fondo integrativo.
Per avere certezze in merito bisogna aspettare ancora qualche settimana, tempo che consentirà di capire anche l’attenzione che verrà dedicata a temi come la proroga dell’opzione donna e l’ottava salvaguardia per gli esodati.