Adeguamento pensioni: cos’è, come è cambiato e come cambierà

L’adeguamento pensioni è un’operazione che prevede l’allineamento del trattamento all’inflazione in corso. Si tratta di una misura che ha come principale obiettivo la salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni.

In questi ultimi dieci anni le modalità per gestirlo sono state oggetto di diverse modifiche normative. Vediamo assieme quali.

Perequazioni: come andavano le cose prima della Legge Fornero

Prima del varo della Legge Fornero nel 2011, l’adeguamento pensioni si basava su una suddivisione in tre fasce. Il punto di riferimento massimo era l’adeguamento del 100% riservato ai trattamenti fino a tre volte la minima.

Da qui si andava a scendere fino al 75%, adeguamento che veniva associato ai trattamenti pari al quintuplo della minima. Prima di tale situazione il riferimento principale era la legge 41/1986.

Con la Riforma Monti Fornero il quadro sopra descritto, in vigore dal 2000, è stato modificato. In che modo? Decretando il blocco della perequazione per tutte le pensioni superiori al triplo del trattamento minimo Inps.

I trattamenti d’importo inferiore, invece, sono stati oggetto di pieni adeguamenti.

Blocco delle perequazioni: la sentenza della Consulta

In merito a questo blocco dell’adeguamento pensioni si è espressa la Consulta nel 2015, dichiarando incostituzionale la procedura biennale prevista dalla Legge 201/2011. Questa decisione è stata recepita dal Governo Renzi con un decreto legislativo ad hoc, la Legge 65/2015.

Il provvedimento in questione ha risolto solo un parte il problema dei trattamenti bloccati, fornendo un rimborso una tantum inferiore a quanto sarebbe spettato.

Di fatto rimane attivo il blocco biennale per i trattamenti pari a 6 volte la pensione minima Inps.

Perequazione 2017: ecco cosa succederà quest’anno

Per quanto riguarda l’adeguamento pensioni 2017 è bene ricordare che il tasso d’inflazione relativo allo scorso anno è pari a zero.

Questo implica che per gli assegni pensionistici non è previsto alcun aggiustamento. Degno di nota a proposito di quest’anno è il conguaglio una tantum finalizzato a recuperare quanto dato in più nel 2015.

Due anni fa, infatti, i pensionati hanno ricevuto un’indicizzazione più alta del previsto. La rivalutazione effettiva è infatti risultata pari allo 0,2%. Il conguaglio, rimandato all’inizio del 2017 per effetto della Legge di Stabilità dello scorso anno, interverrà con dei prelievi di pochi euro.

Conguaglio pensioni: le polemiche

Il conguaglio negativo frutto delle previsioni disattese in sede di adeguamento pensioni due anni fa sta destando delle ovvie polemiche. Le voci in primo piano sono quelle dei sindacati. Le varie sigle, in particolare la Spi Cgil, ricordano in primo luogo le conseguenze per i pensionati più poveri.

Considerando che il recupero riguarda chi riceve un trattamento massimo di 1.450, è chiaro il fatto che pochi euro possono fare la differenza a fine mese e migliorare la vita di una categoria già molto povera.

 

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