Continue news per quanto riguarda il mondo delle pensioni. Infatti coloro che vorranno andare in pensione dal 2019 dovranno attendere 5 mesi in più e subiranno un taglio dell’assegno tra il 4 e il 5%, perdendo 50 euro al mese su una pensione di 1.000 euro, 75 euro su una di 1.500.
I cinque mesi in più della speranza di vita, infatti, incideranno sia sull’età pensionabile e sui requisiti contributivi sia sul calcolo del trattamento pensionistico.
Novità Pensione Anticipata: l'aumento dell'aspettativa di vita
Il taglio dell'assegno fino al 5% è da attribuire al risultato delle elaborazioni statistiche sull’aspettativa di vita da valutare per l’incremento di età pensionabile e requisiti contributivi svolte dal presidente dell'Istat Giorgio Alleva.
Emerge infatti che nel 2016 sul 2015 tanto per gli uomini quanto per le donne la speranza di vita è cresciuta di 5 mesi. Di conseguenza dal 2019:
- l’età pensionabile salirà da 66 anni e sette mesi a 67 anni per la pensione di vecchiaia:
- la contribuzione richiesta per quella anticipata passerà dai 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e dieci mesi per le donne (di contribuzione) a 43 e tre mesi e a 42 e tre mesi.
Come muteranno i coefficienti di trasformazione?
Tuttavia le novità pensione anticipata non finiscono qui, poiché la speranza di vita inciderà anche sui coefficienti di trasformazione, ossia su quei numeri che servono a trasformare, nel sistema contributivo, l’ammontare dei versamenti svolti in rendita.
I parametri sono costruiti e modificati periodicamente, dal 2012 ogni tre anni e dal 2019 ogni due anni, valutando una serie di variabili economiche e demografiche, quali incrementi dell’età media e della speranza di vita o indici di mortalità.
Ciò conferma che c'è un nesso tra l’andamento generale dell’economia, i fattori demografici e le modalità di trasformazione dei contributi in rendita. Quindi nel caso in cui l’economia tira, i numeri saranno più favorevoli, al contrario, la loro modifica periodica inciderà nel ridurre i futuri assegni previdenziali.
Riduzione degli assegni dal 2019
Considerando il trend del Pil degli ultimi anni e l’incremento dell’aspettativa di vita, si stima che i nuovi coefficienti porteranno alla riduzione degli assegni in liquidazione dal 2019.
In realtà l'abbassamento dell’importo dei trattamenti è cominciato dal 2013 con il primo mutamento dei coefficienti. Proviamo a spiegarci con un esempio pratico: ipotizzando un ammontare di contributi di 270mila euro, chi è in pensione nel 2009 a 65 anni l’importo annuo è stato pari a 16.500 euro.
Tuttavia nel 2013, con il primo cambiamento dei coefficienti, la stessa somma di 270 mila euro si è tradotta in un importo annuo di 14.675. Con i nuovi coefficienti nel 2016, l’importo è sceso ancora a 14.300 euro annui.
Dal 2019, stando alle stime, si verificherà un'ulteriore sforbiciata di almeno il 5%. Con la stessa età di uscita, tale meccanismo di adeguamento automatico dei coefficienti porterà a una diminuzione ulteriore dell’importo della pensione.