Cessione del quinto pensionati Inpdap, i tassi 2015

Come ogni anno, anche nel 2015, l’Inpdap consente ai suoi iscritti di poter ottenere un prestito personale che, a differenza di altri, non prevede il pagamento di rate mensili attraverso bollettini postali, ma sarà caratterizzato da una trattenuta direttamente sulla pensione.

Uno dei vantaggi di questa soluzione di credito è sicuramente quella di non dover dare importanza a scadenze e date di pagamento in quanto sarà l’Inpdap a rimborsare la banca secondo quanto stabilito dal pensionato-debitore. A quest’ultimo toccherà firmare la delega alla cessione dopo aver deciso l’importo della quota cedibile.

La cessione del quinto pensionati e per dipendenti  si avvale di tassi agevolati che sono di gran lunga inferiori rispetto ai tassi di interesse applicati sul mercato: il merito è delle convenzioni che l’ente previdenziale, ovvero l’Inpdap - Inps, ha stipulato con i vari istituti finanziari.

Il finanziamento prevede una durata che parte da due anni sino ad arrivare ad un massimo di 10: il soggetto richiedente può ottenere importi superiori anche a 40.000 euro, ma l’intera pratica dipenderà ovviamente dall’ammontare della pensione dalla durata del prestito. Risulta obbligatoria, nel caso di un pensionato, l’assicurazione rischio vita che andrà a tutelare figli ed eredi in caso di morte prematura.

Chi vorrà richiedere la cessione del quinto pensionati e dipendenti Inpdap dovrà presentare una documentazione, che cambia a seconda che si tratti di lavoratori e pensionati: lo stato di servizio e la dichiarazione della busta paga; l’ultima busta paga o cedolino della pensione; il documento d’identità in corso di validità e i documenti che certificano le particolari agevolazioni Inpdap per il credito al consumo.

Non esiste rischio di insolvenza nel caso di cessione del quinto. Il prestito potrebbe risultare sospeso solo nel caso in cui muova il pensionato, ma come specificato in precedenza in tale circostanza le rate restanti del debito verrebbero coperte dall’assicurazione rischio vita, obbligatoria per legge e firmata all’atto della stipula del contratto.

È importante ricordare che per avere diritto al finanziamento, bisogna essere necessariamente iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e dunque essere titolari di una pensione Inpdap di Anzianità, di Vecchiaia o di Reversibilità.

Prevista, inoltre, la possibilità di cedere anche una quota dell’assegno di invalidità oppure della pensione di invalidità e inabilità (Categoria I.O.). Sarà naturalmente l’Inpdap a dare il suo consenso al finanziamento attraverso la dichiarazione di quota cedibile.

Come funziona? L’ente di previdenza si accerta che al netto della trattenuta di un quinto della pensione ci siano i requisiti di sostenibilità del pensionato. L’Inpdap si assicurerà, infatti, che la quota restante della pensione (4/5) permetta al pensionato un livello di vita accettabile. Non possono essere cedute, dunque, pensioni il cui ammontare netto mensile è minore di 530 euro.

Con la cessione del quinto Inpdap sono previsti vantaggi relativi al tasso di interesse applicato per la restituzione del capitale. Si tratta di agevolazioni frutto delle convenzioni stipulate tra l’ente previdenziale e i vari istituti bancari.

Compass, ad esempio, per un contratto di durata massima di 10 anni prevede per un prestito personale con cessione del quinto un tasso di interesse del 9,91% per dipendenti e del 10,80 per pensionati dai 65 e gli 80 anni. Stessa situazione per Monte dei Paschi di Siena. Banca Popolare, invece, sempre per la stessa durata di contratto, presenta un tasso di interesse pari a 8,40% mentre per pensionati da 65 a 80 anni il tasso è di 8,25%.

 

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