Penalizzazioni pensioni: misure sulla flessibilità nella prossima Legge di Stabilità

La questione della flessibilità in uscita, con applicazione di penalizzazioni pensioni, verrà definita nella prossima Legge di Stabilità. Questo è quanto dichiarato da Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

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Le dichiarazioni di Tommaso Nannicini hanno riguardato il futuro dello scenario previdenziale, che vede al centro dell’attenzione la flessibilità in uscita. Secondo quanto affermato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la flessibilità in uscita comporterà delle penalizzazioni pensioni necessarie, dal momento che sul breve-medio termine i costi dell’operazione non saranno indifferenti e si aggireranno attorno ai 5/7 miliardi annui.

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La flessibilità in uscita, anche con l’applicazione di penalizzazioni pensioni, è sentita come una riforma importante a livello generale. Una valida dimostrazione di questo punto di vista è stata vista su Facebook, dove qualche giorno fa il Presidente del Consiglio ha chiesto ai fan quale fosse la riforma da attuare con maggiore urgenza.

Tra le risposte fornite sono state numerose quelle relative alla necessità di riformare il sistema previdenziale, introducendo la flessibilità in uscita, mettendo il tetto massimo dei 40 anni di contributi e spostando risorse economiche sul sistema previdenziale grazie al taglio delle pensioni d’oro ai politici.

Penalizzazioni pensioni: diamo qualche numero

Parlare di penalizzazioni pensioni connesse alla flessibilità in uscita significa dare qualche numero specifico. A quanto ammonterebbero le penalizzazioni? Tenendo conto di un’uscita dal lavoro a 62/63 anni, si avrebbe una decurtazione pari a circa l’11% dell’assegno ricevuto ogni mese.

Sul tavolo di lavoro per il futuro previdenziale c’è anche la proposta di Cesare Damiano e Pierpaolo Baretta. Il disegno di flessibilità in uscita firmato dal Presidente della Commissione Lavoro al Senato prevede la possibilità di andare in pensione a partire dal compimento dei 62 anni, previa maturazione di almeno 35 anni di contributi.

In questo caso le penalizzazioni sono pari al 2% per ogni anno di distanza rispetto ai 66, considerati l’età di riferimento per l’accesso alla pensione di vecchiaia secondo la Legge Fornero.

Reversibilità: ecco cosa ha detto Nannicini

Le discussioni previdenziali degli ultimi giorni non riguardano solo pensioni penalizzazioni ma anche il nodo della reversibilità delle pensioni e della loro trasformazione in trattamenti assistenziali.

Cosa ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in merito? Che le polemiche degli ultimi giorni sono state “la tipica tempesta in un bicchier d’acqua”. Un freno alle contestazioni di queste ultime settimana è arrivato anche da Matteo Renzi stesso.

Concludiamo specificando che, sempre in tema di penalizzazioni dei trattamenti pensionistici, si è espressa anche Elsa Fornero durante la trasmissione Omnibus. L’ex ministro firmataria dell’ultima riforma previdenziale ha fatto riferimento in particolare al caso dei precoci e alla necessità, in caso di uscita dal lavoro con 41 anni di contributi, di non operare alcun tipo di penalizzazione.

 

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