Pensione anticipata Boeri: troppe disparità tra uomo e donna, requisito anagrafico

Pensione anticipata Boeri: ridurre il divario tra uomini e donne

La riforma del sistema previdenziale è uno dei temi più spinosi per il Governo, questione dal diretto impatto sulla vita di milioni di italiani che pare destinata a scontentare necessariamente qualche categoria di contribuenti. La riflessione del presidente Inps Tito Boeri sulla riforma parte da un dato: la disparità tra uomini e donne nei trattamenti previdenziali.

I primi godono di pensioni che, in media, hanno un importo superiore di circa il 40% se confrontate con quelle della controparte femminile. Perché? Stipendi e criteri che determinano la pensione anticipata li favoriscono. Nel complesso le pensionate gravano sul bilancio previdenziale per il 44,2%, sebbene costituiscano la maggioranza (53%).

Pensione anticipata Boeri: le ragioni della disparità di trattamento

I valori indicati da Boeri descrivono lo scenario aggiornato a fine 2014 e possono contribuire al dibattito sulla riforma previdenziale 2016. L’analisi del numero uno Inps è entrata nel merito delle ragioni che hanno prodotto la disparità di trattamento:

anzitutto abbiamo una significativa differenza in termini retributivi. “Se guardiamo ai lavoratori dipendenti, i salari delle donne erano il 68,6% di quelli degli uomini nel 2013”, ha dichiarato Boeri. Un fenomeno che si fa ancora più marcato quando ad essere esaminati sono gli stipendi nel settore para-subordinato.

L’altro elemento all’origine dello squilibrio previdenziale è invece rappresentato dall’impianto normativo della pensione anticipata. Quattro su cinque di queste prestazioni pensionistiche interessano gli uomini e prevedono somme molto più elevate rispetto alle pensionate. In realtà con l’adozione del sistema contributivo, le disparità si sono ridotte, pur restando un problema strutturale.

Pensione anticipata Boeri: la proposta di riforma

Per Boeri la soluzione è da ricondurre a un intervento sugli aspetti normativi, privilegiando nuove formule di flessibilità in uscita. La via da percorrere sarebbe la pensione anticipata con riduzione pari al 3/3,5%, ma con maggiore attenzione ai requisiti anagrafici piuttosto che contributivi. Dovrebbe essere l’età l’elemento discriminante per l’accesso alla pensione.

Se la proposta del presidente Inps avrà un impatto effettivo sulle decisioni del Governo, lo sapremo solo a metà ottobre, quando sarà presentata la Legge di Stabilità 2016. Al momento continua l’attività della commissione Lavoro alla Camera con la valutazione dei 17 progetti di legge depositati.

 

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