Pensioni e flessibilità in uscita ultime notizie ottobre 2015

Pensioni e flessibilità in uscita ultime notizie

Un prestito pensionistico per i lavoratori vicini all'età di pensionabile a carico delle aziende. Secondo fonti di Governo sarebbe questa una delle ipotesi prese in considerazione per garantire maggiore flessibilità in uscita ai lavoratori.

Allo studio del Governo però ci sarebbe anche l’opzione di un’uscita anticipata a 63 anni per i lavoratori con almeno 35 anni di contributi. In questo caso tuttavia sarebbe prevista una penalizzazione per il pensionato, che si vedrebbe decurtare dall’assegno circa il 3,5% per ogni anno di anticipo rispetto all’età pensionabile.

Con il prestito pensionistico invece l’impresa potrebbe sottoscrivere un accordo per l’uscita anticipata dei dipendenti, continuando a pagare i contributi previdenziali fino all’effettivo accesso alla pensione. All’impresa spetterebbe inoltre il pagamento di una quota dell’assegno per recuperare dal lavoratore quanto versato, tramite Inps.

Pensioni e flessibilità in uscita con un prestito dall’azienda

In altre parole, nell’ipotesi che la misura rientri nella Legge di stabilità 2016, azienda e lavoratore dovrebbero trovare un accordo perché quest’ultimo possa accedere al pensionamento anticipato. Uscita che comporterebbe costi sia per l’impresa che per il lavoratore, mentre lo Stato avrebbe solo costi residuali.

L’impresa, a fronte della possibilità di aumentare il turn over, dovrebbe quindi pagare i contributi per il lavoratore che accede al pensionamento anticipato fino al raggiungimento dei requisiti necessari per andare a riposo con la pensione di vecchiaia.

Per quanto riguarda l’assegno pensionistico, l’azienda dovrebbe anticiparne una quota che gli sarebbe poi restituita dal lavoratore, tramite l'Inps, una volta raggiunti i requisiti per il pensionamento. Un meccanismo che però è ancora da affinare.

Pensioni e flessibilità in uscita: come funziona il prestito pensionistico

Ma facciamo un esempio. Prendiamo un lavoratore che ha maturato una pensione mensile di 1000 euro. Se questo lascia il lavoro con due anni di anticipo a fronte di un accordo sottoscritto con l’azienda per un prestito di 800 euro al mese, maturerà un debito con l’impresa pari a 20.800 euro. Somma che dovrà quindi restituire tramite decurtazione dall’assegno pensionistico.

Se si considera che la pensione si percepisce per circa 15 anni, la detrazione dovrebbe essere di circa 1.400 euro l’anno, ossia poco più di 100 euro al mese sull'assegno di 1.000. La differenza con il meccanismo previsto dalla legge Fornero per l’uscita anticipata a carico delle aziende è che questo meccanismo sarebbe molto più sostenibile per i datori di lavoro.

Per gli esodati invece il Governo sta cercando una soluzione di pensionamento anticipato a carico dello Stato, ma con una decurtazione legata sia all'importo del prestito pensionistico che al periodo in cui viene percepito.

 

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