Pensioni precoci e usuranti: Damiano difende il suo ddl

La questione delle pensioni precoci e usuranti è uno dei principali argomenti di discussione in ambito previdenziale. Ecco le ultime dichiarazioni di Cesare Damiano in merito.

Lavoratori precoci: ecco cosa ha detto Damiano all’Ansa

Il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni dell’Ansa, difendendo la bontà del suo ddl e in particolare della Quota 97, che non ha riscosso molti apprezzamenti per quanto riguarda le pensioni precoci e usuranti, soprattutto per via del vincolo anagrafico.

Secondo l’esponente PD, la possibilità di andare in pensione a 62 con almeno 35 anni di contributi costituirebbe un fattore positivo anche per l’occupazione giovanile, portando i neo assunti a beneficiare del turnover generazionale.

I più giovani avrebbero inoltre dalla loro parte il vantaggio di sapere di non dover lavorare fino a quasi 70 anni.

Pensioni lavoratori precoci: la posizione di Poletti

Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti è stato tra i primi ad affermare la necessità di rivedere alcune linee della Legge Fornero, attenuandone soprattutto la rigidità. Questo significa ovviamente incentivare la flessibilità in uscita, facilitando in particolare le pensioni precoci e usuranti.

Il titolare del dicastero del lavoro ha ribadito la volontà del Governo d’intervenire in ambito previdenziale, ma senza peggiorare la situazione del debito. Per avere qualche informazione in più sulle caratteristiche della manovra bisognerà però aspettare il varo della prossima legge di stabilità.

L’impatto dovrà essere comunque il meno incisivo possibile, il che significa escludere gli investimenti quantificati da Boeri per la Quota 100, e compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro.

Ultimissime pensioni: Brunetta punta il dito contro la UE

L’esponente di Forza Italia Renato Brunetta ha puntato il dito contro la UE che, a suo dire, condizionerebbe eccessivamente le decisioni del dicastero dell’economia, soprattutto in ambito di pensioni precoci e usuranti.

Quest’accusa è legata in particolare a una crescente diffidenza nei confronti della Quota 41, una misura libera da vincoli anagrafici che ha raccolto proprio per questo non pochi pareri positivi tra i lavoratori precoci.

Questo corso, secondo quanto affermato da Brunetta, sarebbe legato alle misure successive alla sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 24 della Legge Fornero e il conseguente blocco delle pensioni.

Ultimissime sulle pensioni: dove trovare le risorse per la flessibilità?

La questione pensioni precoci e usuranti è al centro dell’attenzione mediatica da diversi mesi, anche grazie alle recenti dichiarazioni di Tito Boeri, che ha sottolineato la poca sostenibilità economica delle manovre proposte dal Governo e della flessibilità in uscita applicata a livello normativo.

Il rimborso pensioni successivo alla sentenza della Consulta comporterà senza dubbio una diminuzione delle risorse, ma per gestire la flessibilità in uscita rimarrebbero comunque altre fonti, come per esempio il fondo dei vitalizi che ogni anno vengono erogati ai deputati.

Adesso non resta che attendere le linee della proposta dell’Inps in merito alla situazione dei lavoratori precoci, che verranno ufficializzate alla fine del mese di giugno.

 

Maggiori informazioni qui:
Ti è piaciuto l'articolo? Sei rimasto soddisfatto? Aiutaci a far crescere il portale clicca qui: