Prepensionamenti statali

Prepensionamenti statali 2015

Ancora molto acceso il dibatto legislativo attorno alla riforma che darebbe i via ai prepensionamenti nel pubblico impiego per l'anno 2015. Quello che a oggi è dato sapere è contenuto nella circolare della Funzione Pubblica numero 2 del 2015, che esplicita le modalità di pensionamento obbligatorio per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Ecco i punti salienti.

Abolizione dei trattenimenti in servizio

Il primo aspetto della circolare è la conferma dell'abolizione dei trattamenti in servizio. L'istituto consentiva infatti ai lavoratori che avevano maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia, di trattenersi in servizio.

Peraltro, l'abolizione travolge anche i trattenimenti già disposti prima del 25 giugno 2014, almeno per quanto riguarda quelli già accordati, ma non ancora efficaci che vengono ad essere revocati ex lege.

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La Circolare della Funzione pubblica, in attesa della definitiva vidimazione da parte della Corte dei Conti, ha come obiettivo fondamentale quello di favorire il ricambio generazione all'interno della pubblica amministrazione, favorendo l'ingresso nella macchina del pubblico servizio, di forze lavorative fresche, in maniera da diminuire il tasso di disoccupazione giovanile, che ha raggiunto livelli preoccupanti negli ultimi anni.

La norma prevede pensioni già a 62 anni di età con 41,6 anni di anzianità maturata per le donne, mentre per gli uomini occorrerà - come di consueto - aver maturato un anno di anzianità di servizio in più, rispetto al gentil sesso.

Il decreto introduce inoltre novità circa l'istituto del pensionamento d'ufficio, che viene fissato non prima dei 68 anni per i professori universitari e dei 65 anni per i medici.

Non mancano, come di italico costume, le deroghe al decreto stesso, contenute fondamentalmente nel fatto che "in alcune ipotesi l’amministrazione è tenuta a proseguire il rapporto di lavoro con il dipendente e tale prosecuzione non costituisce un trattenimento vietato dalla legge”.

In questi casi, il rapporto deve proseguire per consentire al dipendente di avere accesso alla pensione, pur nel rispetto del limite massimo posto a 70 anni di età.

Particolare attenzione viene dedicata dalla circolare al comparto sanitario, dove si pongono ulteriori deroghe per il personale medico e di ruolo sanitario per i quali è prevista la "possibilità, previa istanza, di permanere in servizio oltre i sessantacinque anni di età per raggiungere i 40 anni di servizio effettivo, purché non sia superato il limite dei 70 anni di età. Come previsto dalla citata disposizione, l’amministrazione potrà accordare tale prosecuzione a patto che la permanenza in servizio non dia luogo ad un aumento del numero dei dirigenti".

Da sottolineare infine, che il pensionamento d'ufficio si applica anche alle autorità indipendenti, mentre ne resta escluso il comparto della sicurezza, la difesa e il soccorso pubblico.

 

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