Riforma pensione anticipata 2017: slitta l’incontro sui decreti attuativi

Sembra sempre più tortuoso il cammino verso l’effettiva riforma pensione anticipata. L’incontro tra Governo e sindacati, programmato per lo scorso 13 marzo, è infatti stato spostato al 20 con grosso disappunto dei lavoratori precoci in particolare.

Flessibilità in uscita: i ritardi sui decreti attuativi

Il quadro della riforma pensione anticipata spinge a porsi domande soprattutto per via dei ritardi sui decreti attuativi. Per i suddetti inizialmente era stata fissata una deadline a inizio marzo. La situazione è preoccupante in quanto, per il prossimo 1° maggio, è previsto il debutto dell’APE.

Si tratta dello strumento primario per la flessibilità in uscita, che potrà essere richiesto in tutte le forme previste dalla legge. Si parla quindi di APE volontaria, APE sociale e APE aziendale. Questo tema era previsto in ordine del giorno nell’incontro del 13 marzo.

Uscita anticipata: le speranze dei lavoratori

Sull’incontro del 13 marzo erano rivolte molte delle speranze dei lavoratori per quanto riguarda la riforma pensione anticipata. Al centro dell’attenzione è in particolare la possibilità di ampliare i beneficiari della quota 41, tenendo conto della mansione specifica del lavoratore e non solo del settore dell’azienda.

A tal proposito è stata avanzata l’ipotesi di attuare una definizione tramite l’incrocio tra la certificazione aziendale e l’autocertificazione del lavoratore con Inps, Inail ed istituti di credito.

Quota 41 precoci, i nodi da sciogliere

Come sopra specificato, la discussione relativa alla riforma pensione anticipata riguarda anche la quota 41 e la sorte di molti lavoratori precoci. Molto probabile per il 20 marzo è l’approfondimento dedicato a una possibile franchigia nella determinazione dei 6 anni di lavoro gravoso.

In questo caso l’obiettivo primario è di non penalizzare eccessivamente i lavoratori del settore edile. Questi contribuenti rischiano infatti di rimanere esclusi dalla possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

I decreti attuativi della riforma sono come abbiamo visto importanti, ma non rappresentano l’unico nodo da sciogliere in ambito previdenziale. Un cenno merita anche la questione del ricalcolo pensioni.

Ricalcolo delle pensioni: ecco cosa sta facendo l’Inps

Parlare delle sorti della riforma pensione anticipata è importante, ma non bisogna lasciare in secondo piano aspetti come il ricalcolo delle pensioni. In questo momento l’Ente previdenziale lo sta mettendo in atto su due fronti.

Nel primo caso applica il sistema contributivo a partire dall’inizio del 2012, mentre nel secondo procede all’applicazione del retributivo in modo integrale. Il ricalcolo in questione riguarda tutti i lavoratori sia dipendenti sia autonomi che dal 2012 hanno sommato i due sistemi di riferimento.

Fondamentale è specificare che sono coinvolti nel ricalcolo tutti quelli che potevano vantare almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995.

Il ricalcolo prevede due procedure. La prima consiste nella determinazione della pensione considerando il sistema retributivo fino al 2012 e il contributivo dopo. La seconda, invece, vede in primo piano il calcolo con l’ipotetica applicazione del retributivo anche dopo la fine del 2011.

Nel caso in cui il calcolo con le regole attuali dovesse dare un risultato inferiore a quello effettuato considerando solo il retributivo, il trattamento non subirà decurtazione alcuna.

 

Maggiori informazioni qui:
Ti è piaciuto l'articolo? Sei rimasto soddisfatto? Aiutaci a far crescere il portale clicca qui: